È la novità del momento, ma sta mettendo in agitazione molti piccoli esercenti e ristoratori, per via di un certo ammontare di costi di adeguamento: parliamo della Lotteria degli scontrini, partita ufficialmente il 1° febbraio. Se la Gdo, che ha attrezzature tecnologiche assolutamente progredite si è adeguata praticamente in modo istantaneo, molti altri soggetti lamentano che, vista la necessità di un lettore di codice a barre, servono circa 200 euro, e questo ammesso che il negozio sia già passato al registratore di cassa telematico per la trasmissione dei corrispettivi, prorogato, dall’Agenzia delle entrate, al non più lontano termine del 1° aprile 2021. Abbiamo chiesto ad Alessandro Mastropasqua, head of corporate marketing & press officer di Custom, il gruppo parmense di tecnologie di stampa e lettura ottica per il retail, l’industria e la finanza, con un fatturato 2019 di 183 milioni di euro, di spiegarci quali sono i pro e i contro dell’iniziativa messa in atto dalle istituzioni, proprio in un momento in cui la crisi picchia tanto duro.

Molti dicono che non era il momento. Lei cosa ne pensa?

Per certi versi forse, ma non possiamo dimenticare che, di questo tema, si è cominciato a parlare già nel 2018. Da allora, e mi limito ovviamente al nostro caso, Custom ha svolto azioni di sensibilizzazione specie sugli aspetti normativi. A dicembre 2020 abbiamo lanciato una campagna televisiva per fare capire agli esercenti che l’iniziativa, qui e ora, rappresenta tutto sommato una rivincita del retail tradizionale nei confronti del commercio elettronico, canale distributivo che, per evidenti motivi, non può prendere parte alle giocate. Questo elemento, secondo me, dovrebbe anche essere compreso e apprezzato, viste le crescite record di tutto l’online in confronto ai negozi fisici. In sostanza, letta in modo giusto, la lotteria contribuisce a riportare l’attenzione sul retail più classico. Per l’esercente ci possono essere anche vantaggi economici, strettamente legati al gioco: non dimentichiamo che il premio annuale è di 5 milioni per il cliente e di 1 milione per il rivenditore, più 10 premi mensili rispettivamente di 100.000 e 20.000 euro e 15 premi settimanali di 25.000 per il consumatore e 5.000 per il rivenditore. Dunque, anche il negoziante può beneficiarne, naturalmente con l’aleatorietà di qualsiasi sorteggio.

Parliamo solo di negozi?

No. Ci sono varie categorie come conducenti di auto, artigiani, soccorritori stradali, i quali, dotandosi di dispositivi telematici potrebbero partecipare e adottare, un po’ prima degli obblighi di legge, una tecnologia utile anche nella gestione della contabilità e fatturazione. Del resto, anche questi settori, dovranno adeguarsi alla trasmissione giornaliera dei corrispettivi e, dunque, l’introduzione di apparati tecnologici sarà, per così dire, automatica. Allora per quale motivo non approfittare di quella che è, tutto sommato, un’occasione di fidelizzazione e, per il consumatore, una discriminante di scelta?

D’accordo. Ma perché un bar o un ristorante dovrebbero avere un lettore di codici a barre?

Certo qui uno scanner, indispensabile per la lettura del codice lotteria del cliente, non è invece altrettanto indispensabile per la somministrazione e l’asporto e chiaramente il periodo non è dei migliori per sostenere spese e introdurre novità. Dall’altro lato, però, la società va verso la trasformazione digitale e uno dei punti di partenza è proprio il lettore di codici a barre, in quanto utilissimo nella gestione dell’inventario e nel governo del backend e del frontend dell’attività. Tutto sommato si risparmia molto tempo e il tempo è, più o meno, sempre un costo.

Grande distribuzione pigliatutto: è vero?

È vero, almeno per il momento, ma è anche molto ovvio che, come confermano i nostri dati, il 90% delle giocate arrivi, per ora, dalla Gdo e dalle grandi catene, le quali avevano già tutta la tecnologia necessaria. È però altrettanto vero che, date le attività di comunicazione e informazione e l’insieme di curiosità che ruotano intorno all’iniziativa, il cliente sarà sempre più orientato a scegliere quei negozianti che aderiscono. Dunque, mi aspetto che l’adeguamento, già in corso da parte del normal trade e della ristorazione, finirà per procedere in modo sempre più rapido. Del resto, per i registratori e i dispositivi già adatti, Custom ha garantito l’adeguamento del firmware da remoto in piena autonomia, senza avere nemmeno, volendo, il disturbo di personale di intervento nel punto vendita.

Come hanno risposto gli italiani?

Molto bene. Nel solo fine settimana del 6-7 febbraio si sono registrate sul portale dedicato ben 1 milione di persone, anche perché è tutto estremamente semplice: basta inserire il proprio codice fiscale per avere, istantaneamente, il proprio codice cliente. Inoltre, già oggi, su un totale di 1,5 milioni di macchine telematiche, la metà è predisposta per la lotteria. Sono dati indicativi di un fenomeno che non potrà che allargarsi, diventando, lo ripeto, anche motivo di scelta di un certo negozio, una differenza che solo il piccolo operatore può apprezzare a fondo, visto che, come dicevo, la Gdo è già interamente operativa e, per questo, livellata. Tutto ciò, in qualche modo, fa rima con una digitalizzazione pervasiva, in cui il consumatore è sempre più abituato, specie dopo un anno di Covid, a utilizzare app anticode, chioschi digitali, locker – anche qui serve un QRcode -, self checkout e via dicendo. Abituato al punto da dare quasi per scontato un apporto tecnologico da parte di qualsiasi distributore di beni e servizi. E forse non tutti sanno che, proprio, per chioschi e locker, ci sono attualmente crediti di imposta pari al 50 per cento.