Archiviato un 2020 positivo con una crescita complessiva a doppia cifra, la storica azienda italiana che produce pasta di semola di grano secondo il metodo della “Lenta Lavorazione” registra ottime performance anche nei primi mesi del 2021, anno in cui festeggia il 175° anniversario. Guido Veronese, direttore generale di Pasta Rummo, ci ha parlato degli importanti risultati ottenuti, degli obiettivi prefissati e del piano di investimenti attuato per aumentare la produzione.

Avete chiuso il 2020 con una crescita complessiva del +41%. Come sono andati i primi mesi del 2021 nella “nuova normalità”?
Il 2020 per l’azienda è stato un anno positivo di crescita sul mercato italiano e internazionale, con diversi nuovi lanci di prodotto, nonostante la difficile annata che ha investito i comparti agroalimentari in seguito al lockdown e alla chiusura di diversi canali di vendita. Nei primi otto mesi del 2021 abbiamo assistito ad un progressivo calo dei consumi dopo l’impennata dovuta al Covid-19 (-9,4% a volume 500g+1000g sul totale della distribuzione moderna – dato Nielsen Italia) e il calo delle vendite è trasversale a tutti i canali e a tutte le linee di prodotto. Tuttavia, Rummo continua a crescere nel segmento 500 g: +4,7% a volume e +3,7 a valore, raggiungendo una quota dell’8.5% a valore a livello nazionale, confermandosi leader di mercato nel segmento della pasta premium in Lombardia (quota a valore 13,6%) e in Sicilia (quota valore 22,4%). Sempre nei primi 8 mesi dell’anno nel mercato della pasta integrale Rummo è la marca che cresce più di tutte (+25.1% a volume), mentre nel segmento premium è leader per rotazioni.

Quali sono le vostre aspettative per il 2021 e quali obiettivi vi siete prefissati di raggiungere?

Per il 2021 Rummo si aspetta di crescere non solo nel mercato della pasta di semola del segmento premium, sia in Italia sia all’estero, ma anche nella nicchia della pasta con elevato contenuto di proteina e fibra, sulla quale l’azienda continua a puntare anche grazie alle referenze ai Ceci di Toscana e alle Lenticchie Rosse. Uno dei nostri obiettivi rimane quindi quello di aumentare progressivamente la distribuzione ponderata e la quota di mercato: aspiriamo, infatti, a far provare la nostra pasta al maggior numero di famiglie italiane, convinti che possa rispondere a tutte le esigenze di chi sa riconoscere l’eccellenza della pasta Made in Italy. Oggi l’azienda ha anche varato investimenti per circa 16 milioni di euro in autofinanziamento, proprio per riportare la produzione ai livelli pre-alluvione del 2015, andando quasi al raddoppio sui numeri attuali, con due linee di produzione nuove e l’efficientamento in chiave 4.0. In primavera sono arrivati anche i nuovi pack riciclabili in carta, mentre sulle materie prime ci siamo mossi da un paio di anni con accordi di filiera per approvvigionarci di grano 100% italiano “di qualità extra ordinaria”.

Quali sono le ultime novità di prodotto?
Siamo costantemente al lavoro per potenziare la nostra offerta e nel corso del 2020 abbiamo introdotto la nuova linea integrale, con un alto contenuto di fibre ma dal gusto morbido e delicato come la pasta classica; abbiamo anche ampliato la distribuzione della linea senza glutine, al momento presente presso le principali insegne. Sono stati inoltre lanciati sul mercato i nostri gnocchi di patate 100% italiane, che stanno acquisendo gradualmente distribuzione: si tratta di un prodotto estremamente differenziato, con la qualità del “fresco” e i vantaggi della gamma “ambient”. Altre novità lanciate nel 2020, già presenti in alcuni scaffali della Gdo, sono i Paccherotti, in versione sia liscia sia rigata, gli Spaghetti Grossi Quadrati e i Pennotti Rigati. Nel 2021 abbiamo inserito delle nuove referenze, tra cui le Mafaldotte e la Gramigna, e ci aspettiamo di continuare a crescere nella nicchia della pasta con elevato contenuto di proteine e fibre.

Come vi state muovendo sul fronte delle strategie comunicative?
Anche quest’anno prevediamo importanti investimenti sui diversi media: nel 2021 ricade peraltro il nostro 175° anniversario e per l’occasione è nato un francobollo celebrativo, emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico con l’annullo di Poste Italiane come parte della serie tematica “Le eccellenze del sistema produttivo ed economico”. Questo francobollo è per noi simbolo dell’orgoglio e dell’indomabile passione con cui la famiglia produce pasta da sei generazioni, ma contemporaneamente vuole anche essere un ringraziamento per il lavoro di tutti i dipendenti e un omaggio al profondo amore che gli Italiani hanno per la pasta.

Si parla in modo sempre più consistente di un aumento del costo delle materie prime. È allarme rosso per il grano duro? Quali conseguenze comporterà questo rincaro?
Recentemente alcuni fattori stanno determinando un drammatico aumento del prezzo del grano duro sul mercato a livello globale: il drastico calo del 40% nella produzione di grano duro in Nord America nel 2021 a causa delle dinamiche meteo; la produzione in flessione in Europa del 14%; lo stock dei principali Paesi produttori ai minimi storici a causa del fabbisogno straordinario legato al boom dei consumi domestici nel periodo pandemico, cui si è dovuto far fronte nel 2020.
Il prezzo della semola con caratteristiche superiori ha sfiorato quasi gli 800 euro/tonnellata ad inizio settembre. Tutto ciò in un contesto economico che vede la ripresa post pandemia delle maggiori economie mondiali, Usa e Cina, determinare un’impennata della domanda delle principali materie prime, stabilendo, da un lato, difficoltà di approvvigionamento e, dall’altro, un forte aumento dei prezzi. Ad esempio, lato logistica, la movimentazione dei container è molto più lenta del normale e i tempi di consegna sono aumentati da 60 a 100 giorni. La scarsità di container ha portato ad un aumento dei costi di nolo e tutti questi fattori hanno contribuito a generare, a livello globale, un incremento dei prezzi delle materie prime che vanno ad incidere sul costo di produzione della pasta e per cui si rendono necessari degli adeguamenti dei listini di vendita.