Mil Mil 76, realtà italiana con oltre 40 anni di esperienza nell’ambito detergenza e cura della persona, pianifica costantemente investimenti dedicati ai settori strategici dell’azienda, come ricerca e sviluppo, marketing e vendita, con l’obiettivo di consolidare sempre più il rapporto con la clientela. Da sempre, infatti, in Mil Mil “il tempo è a disposizione della qualità”, qualità sia dei prodotti sia dell’ambiente.

«Per questo − dichiara Roberto Nuvolone, direttore commerciale e marketing di Mil Mil 76 − abbiamo avviato un percorso lungo vent’anni: dalle prime bottiglie in Pet, parzialmente flessibili, alle buste in Polipropilene, passando dalle preformate alla bobina e dalla plastica “other” alla plastica in monomateriale. Il rispetto verso l’ambiente è per noi un progetto sempre aperto. I primi passi dell’eco-formato sono stati intrapresi per ridurre il volume della plastica e di CO2; siamo poi passati al progetto/modello “flaconbusta”, che ci ha permesso di utilizzare 18 g di plastica rispetto ai 50 g di un flacone di pari formato».

L’impegno dell’azienda continua oggi con l’inserimento di un secondo e nuovissimo impianto di produzione, un ulteriore passo verso un minor impatto ambientale nel mondo della cosmetica, con la realizzazione di formati di varie dimensioni e di diverse tipologie d’uso dei prodotti.

La nuova linea di produzione consente di produrre 70 mila buste al giorno suddivise in tre turni di lavoro, per un totale di oltre 16 milioni di buste in un anno. La linea è completamente automatizzata in ogni sua fase a partire dal cambio della bobina fino al controllo della conformità del prodotto; sempre automaticamente, vengono formati i cartoni e i pallet. Inoltre, possono essere creati cartoni assortiti da due referenze in modalità automatica, assicurando un risparmio dei tempi e dei costi di produzione del prodotto finito.

«Si tratta di un investimento importante ma necessario, oggi più che mai, per garantire ai consumatori prodotti sempre all’avanguardia e sostenibili nel pieno rispetto dell’ambiente che ci circonda», conclude Roberto Nuvolone.