di Luca Salomone

Un grande anno per Kiko Milano, la catena di profumerie di gruppo Percassi tornata, in ottobre, sotto il pieno controllo della famiglia bergamasca, che ne ha riacquistato quel 38% di capitale passato, nel 2018, al fondo Peninsula.

Continenti in passerella

La catena, in capo alla holding Odissea (retail non alimentare), ha registrato, nel 2022 i risultati migliori di sempre, con ricavi netti di 671 milioni di euro, in crescita del 42% rispetto al 2021 e del 14% in confronto al 2019.

Le nuove aperture sono state 60 per arrivare a un totale di 1.003 punti vendita. L'insegna è entrata in 10 nuovi mercati, attestandosi a 62 nazioni.

L’evoluzione ha interessato tutte le aree geografiche e tutti i segmenti di clientela, con risultati ampiamente superiori anche ai livelli, ante pandemici, del 2019.

L’America è quella che ha dato le maggiori soddisfazioni (+55% sul 2021), con il Brasile, che ha più che raddoppiato il giro d’affari, e gli Stati Uniti, che sono tornati a correre a doppia cifra, dopo anni difficili, grazie alla spinta dell’e-commerce.

Ottima la performance anche in Centro America, grazie all’apertura di nuovi mercati, come Martinica, El Salvador e Honduras.

L’Europa, l’area geografica più importante per il marchio, ha evidenziato un +46%, sulla spinta della Francia (+58%), della Spagna (+50%) e dell’Italia (+40%), con il Regno Unito che ha registrato la variazione top, pari al 60 per cento.

L’Asia ha assorbito bene la difficile situazione verificatasi in Cina (recrudescenza del Covid, contrazione demografica, rallentamento del Pil), con un risultato in salita del 21% che diventa, addirittura, un +90 per cento nella regione mediorientale. Sono entrate, nel perimetro di Kiko, nuove nazioni, come la Tailandia e le Filippine.

Da segnalare il rafforzamento in Africa, con il debutto in Egitto e Marocco, un fatto che ha raddoppiato le aspettative del management verso questo continente.

L’Ebitda si è innalzato a 75 milioni di euro, salendo del 350% (+53 milioni di euro) sul 2021 e, soprattutto, di 18 milioni (+30%) in confronto al 2019.

Un forte piano industriale

I dati premiano la nuova strategia di Kiko, fondata sul rafforzamento dell’immagine del marchio, sull’innovazione, sul servizio e su un minore ricorso alla leva promozionale. Il risultato è una resa al metro quadrato che lievita, anch’essa, a doppia cifra.

Commenta Simone Dominici, amministratore delegato di Kiko Milano: «Ci siamo trasformati da una catena di negozi di make-up principalmente regionale a un marchio globale della bellezza. Il nostro modello di creazione del valore, fondato sul miglioramento costante della marginalità, ci consente di investire e permette una crescita profittevole, sostenibile nel tempo e molto superiore alla media del mercato».

Entro la fine del 2023 la catena aprirà così altri 120 negozi, arrivando a più di 1.100 vetrine in 75 Paesi.

«Nella seconda parte dell’anno – aggiunge Dominici - lanceremo anche una nuova piattaforma di ‘unified commerce’, che integrerà tutti i canali e i sistemi, migliorando ulteriormente il modo in cui serviamo i nostri clienti, e, allo stesso tempo, guadagnando in efficienza e capacità di crescita».

Il piano di sviluppo punta a raggiungere, entro la fine del 2027, i 2 mila punti vendita, entrando in ulteriori Paesi e rafforzando il presidio in Asia, America latina e Africa. L’obiettivo finanziario è di conseguire ricavi netti pari a 1,25 miliardi di euro.