di Luca Salomone

Il 2021 è stato un anno record per Gruppo Calzedonia. Come evidenziano i dati preliminari, diffusi a inizio febbraio, il colosso fondato a Verona, nel 1986, da Sandro Veronesi, ha guadagnato il 29,1% di fatturato a cambi correnti (+30,5 a cambi costanti), attestandosi a 2,505 miliardi di euro, rispetto ai 1.941 milioni del 2020.

Il gruppo ha più che recuperato gli impatti del 2020, dal momento che la variazione, sul 2019, è stata del +3,9 per cento.

Nettamente in salita l’Ebitda, che si è attestato sopra i 760 milioni – contro i 531 del 2020 – con una progressione che ha superato il 40 per cento.

Nel corso dell’anno il rapporto tra fatturato ed export si è attestato al 56 per cento, grazie a 55 nazioni presidiate - in Europa, Asia, Africa, America -, sia tramite la rete fisica, sia attraverso l’e-commerce, anch’esso in continua crescita.

La strategia del gruppo punta fortemente sulla multicanalità, una multicanalità che si integra con un’imponente, quanto variegata, rete fisica: dal marchio omonimo a Intimissimi e Intimissimi Uomo, a Tezenis, Falconeri, Atelier Emé (abiti per matrimoni e cerimonie), per arrivare alle 25 enoteche con ristorazione Signorvino, che saliranno di altre 10 nel 2022.

Sommando tutte le insegne, Calzedonia ha portato a termine, nel 2021, ben 176 aperture, di cui 139 oltre confine. Il totale ha raggiunto 5.076 punti vendita: 3.288 oltre confine e 1.788 nel nostro Paese.

Solidi i programmi di sviluppo. Gli investimenti, ha detto Veronesi, hanno superato 160 milioni di euro, puntando sul potenziamento e rinnovamento dei canali commerciali, sulla tecnologia, la logistica e la produzione. «Intendiamo perseguire – ha concluso l’imprenditore - una politica di consolidamento nei principali mercati europei, mentre proseguono le aperture negli Stati Uniti».