La buona notizia, se così si può dire, è che l’Italia non è per niente in fondo alla classifica dei Paesi più segnalati dal Safety Gate, il sistema di allerta rapido dell’Unione europea sui prodotti non alimentari pericolosi, condiviso e adottato da 31 nazioni: Stati membri più Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Regno Unito.

Durante il 2020, come si scopre nella relazione annuale, pubblicata dalla Commissione europea, il nostro Paese si è attestato nell’intervallo da 31 a 60 fra provvedimenti (follow-up actions) e allarmi, in compagnia del Portogallo, della Repubblica Ceca, della Slovacchia, della Romania e della Bulgaria.

Le nazioni più virtuose - su giocattoli, elettronica, autoveicoli, chimico e altro - sono Spagna, Irlanda, Norvegia, Paesi Baltici, Islanda… mentre guidano la non invidiabile graduatoria la Germania e il Regno Unito.

La cattiva notizia è che il numero di interventi delle autorità, in seguito alle 2.253 allerte, cresce ogni anno, con un picco di 5.377 nel 2020 rispetto a 4.477 nel 2019, per un aumento tendenziale che supera di poco i 20 punti.

Sconcertante, anche se molto in tono con le cronache nostrane, è scoprire che un buon numero di allarmi – il 9% - ha riguardato una new entry, ossia l’aggregato dei prodotti connessi al Covid-19. “Perlopiù mascherine di protezione non adatte allo scopo – riporta la relazione -. Altri esempi di prodotti pericolosi connessi alla pandemia, segnalati su Safety Gate, sono disinfettanti contenenti sostanze chimiche tossiche, come il metanolo, che può causare cecità, o persino la morte, in caso di ingestione, o taluni sistemi sanitizzanti a raggi UV, che invece hanno esposto gli utenti a forti radiazioni, causando irritazioni cutanee”.

In cifre, durante l’anno, ci sono stati 161 alert sulle mascherine, 3 sulle tute di protezione specifiche, 13 sui disinfettanti e 18 su lampade spacciate come sterilizzatrici.

Secondo la relazione la categoria di prodotti più segnalata resta quella dei giocattoli (27% del totale), seguita dai veicoli a motore (21) e dagli apparecchi e dispositivi elettrici (10 per cento).

Ciò dimostra che nell'Unione la vigilanza si concentra soprattutto sui bambini, che sono un gruppo di consumatori particolarmente vulnerabile. In genere le segnalazioni più frequenti riguardano i prodotti che causano lesioni (fratture o traumi, 25%), seguiti dai componenti chimici dei prodotti (18) e dai rischi di soffocamento (12 per cento).

Ha commentato Didier Reynders, commissario per la Giustizia: "Safety Gate ha dimostrato di essere a prova di crisi: anche durante la pandemia ha contribuito alla protezione dei consumatori, affermandosi come strumento fondamentale per diffondere a livello internazionale, in modo puntuale e rapido, le informazioni sui prodotti pericolosi e farli ritirare dal mercato".