di Luca Salomone

Passaggio di mano per Refresco: la multinazionale olandese indossa ora la bandiera a stelle e strisce del private equity Kkr.

Kohlberg Kravis Roberts, con sede a New York e un patrimonio amministrato di poco inferiore ai 500 miliardi di dollari (quasi il fatturato annuo di Walmart) ha staccato un assegno iperbolico - 7 miliardi di dollari secondo fonti ufficiose - per portarsi a casa un ricco asset, ossia la quota di maggioranza di un gruppo con un fatturato 2021 superiore ai 4,2 miliardi di euro, in costante progressione: erano 4,1 miliardi nel 2020 e 3,9 nel 2019.

A cedere, almeno in parte e pur mantenendo una significativa quota di minoranza, sono Pai Partners e Brithish Columbia investement management, storici investitori di Refresco, entrati alla fine del 2017 con il 99,4 per cento.

Dodici miliardi di litri

Refresco è il più grande confezionatore e produttore al mondo di bevande in conto terzi, sia per le catene della Gdo, sia per l’industria di marca. In cifre vuol dire oltre 10.000 dipendenti, 11,9 miliardi di litri lavorati in 60 siti produttivi e 12 nazioni presidiate (compresa la nostra) in Europa e Nordamerica.

Il deal, secondo gli osservatori, ha un prevalente carattere finanziario e dunque gli equilibri strategici e manageriali di Refresco non verranno toccati.

Fondato nel 1999, il gruppo olandese segue i prodotti lungo tutta la filiera, compreso lo stoccaggio, la gestione dei magazzini e le fasi di trasporto e logistica.

E Pai Partners? Il fondo parigino non resta certo con il bicchiere vuoto. Alla partecipazione minoritaria in Refresco bisogna infatti aggiungere la quota di controllo (al 61%) di un vasto portafoglio di succhi, fra i quali Tropicana e Naked, rilevato da Pepsico nell’estate del 2021 per un valore di 3,3 miliardi di dollari.