di Claudia Scorza

Dopo aver chiuso un 2021 da record, con un giro d’affari al consumo pari a 2,7 miliardi di euro, nel primo trimestre 2022 il Consorzio Parmigiano Reggiano ha registrato – rispetto allo stesso periodo del 2021 – un incremento delle vendite totali pari a +3,6% (33.341 tonnellate vs 32.195 tonnellate), trascinato dai mercati internazionali, che crescono del +6,9% (14.546 tonnellate vs 13.611).

Stabili le vendite nel mercato italiano (14.071 tonnellate vs 14.085), grazie alla crescita del canale della ristorazione, che compensa il lieve calo dei consumi domestici.

Si vanno, quindi, consolidando le stime effettuate alla fine del 2021, con alcune incognite legate alle incertezze della crisi geopolitica e le conseguenze sull’inflazione e la riduzione del potere di acquisto delle famiglie in alcuni mercati. Questo dato deve considerare la necessità di collocare nei mercati mondiali i volumi produttivi record registrati nel 2020 e 2021, prospettiva compatibile alla stabilizzazione della quotazione registratasi negli ultimi venti mesi.

Primo nello sviluppo il mercato americano (+21,1% con 3.469 tonnellate vs 2.865 tonnellate del primo trimestre 2021), che sarà strategico per il conseguimento degli obiettivi di crescita della domanda di Parmigiano Reggiano. Bene anche Regno Unito (+7,3% con 1.697 tonnellate vs 1.582) e Francia (+11,2% con 2.850 tonnellate vs 2.563), mentre risulta in sofferenza la Germania (-16,3% con 2.230 tonnellate vs 2664), da sempre mercato più sensibile ai prezzi.

«In un contesto mondiale così complesso, il valore riconosciuto al nostro prodotto è già uno dei fattori di successo delle vendite di questo primo periodo dell’anno e ritengo contribuirà in maniera significativa al conseguimento dell’obiettivo di stabilità del mercato e delle quotazioni», commenta Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano. «La responsabilità che ci siamo assunti è di coprire un ruolo di cabina di regia per l’intera filiera, valorizzando il nostro prodotto e rendendo a tutti gli operatori della filiera un servizio di supporto affinché ognuno di loro possa contribuire alla corretta distribuzione del valore creato. Il trasferimento dei costi effettivi di produzione potrà e dovrà essere effettuato con piena maturità e senza condizionamenti di natura speculativa, che potrebbero compromettere quanto di buono si sta costruendo per il futuro della filiera e del nostro Parmigiano Reggiano».